…Ma bisogna che il discorso si faccia!
Quadro per un’esposizione spettacolare
da L’Innominabile di Samuel Beckett,
un “Concerto Grosso”
di Marco Isidori
con Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Anna Fantozzi, Stefano Re, Marco Isidori
assistente Susanna Libonati
tecniche Sabina Abate
scene e costumi Daniela Dal Cin
direzione di Marco Isidori
debutto Milano, Teatro Out Off, 1 aprile 2009
Premio Ubu 2009 per la migliore scenografia
Premio della Critica 2009
…Ma bisogna che il discorso si faccia!, 2009 – descrizione
a cura di Daniela Dal Cin
Il prologo
Un grande sipario dipinto è appeso sul boccascena; la prima immagine posta sotto lo sguardo dello spettatore è un gigantesco essere deforme dallo sguardo assente, catapultato sull’asfalto di un misterioso pianeta e ripreso sotto la fortissima luce di un riflettore.
Dopo alcuni minuti di silenzio e di immobilità, una Voce multipla che arriva da dietro il telone inizia a parlare (declama) attraverso uno strumento amplificante (una sorta di megafono artigianale), recitando il testo in versi che prelude allo spettacolo. A questa voce tonante segue la caduta a ghigliottina del telone, che sarà trascinato immediatamente fuori dalla scena.
La scenografia
Cinque croci metalliche stanno piantate al centro del palcoscenico: le tre croci principali sono ritte, le altre due sono inclinate verso il basso e sbilanciate come in un movimento di caduta.
Sulla sommità delle croci altrettante “corone di spine” (realizzate con mollette della biancheria) sono sospese sulla testa degli attori.
I piedistalli armati, che sostengono alla base le strutture nella loro posizione e i tiranti incrociati come un groviglio di lance, sono completamente a vista, componendo il lucido “Golgota” dei cinque “crocifissi”.
Gli interpreti, issati sulle croci e già in scena, sono infagottati in una tuta elastica dai toni sfolgoranti, quasi fosforescenti, non nei colori primari ma in quelli più sofisticati del rosa, del verde pisello, del viola e dell’arancio; delle enormi calzature clownesche e cinque maschere sovradimensionate con una smorfia tragico/beffarda, ingigantiscono le loro estremità e i volti “nanizzandone” le figure, trasformate in esseri di passaggio dall’aspetto lievemente scimmiesco, ma ancora umane.
I documenti sono pubblicati nella lingua originale. In caso siano stati tradotti, vengono pubblicati sia l'originale che la traduzione.
Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, …Ma bisogna che il discorso si faccia!, archivio della compagnia
Marco Isidori, Un golgota incappucciato: L’Innominabile di Samuel Beckett messo in scena dai Marcido, in Guido Davico Bonino, Mario Martone, (a cura di), Gobetti - gli autori, ed. Fondazione del Teatro Stabile di Torino - Torino ottobre 2008
…Ma bisogna che il discorso si faccia!
video integrale dello spettacolo
Riprese e montaggio DEMALAB - Torino
Maria Grazia Gregori, Parole sospese nel nulla, «l’Unità», 4 aprile 2009
Franco Cordelli, Marcido, l'etica (con estetica), «Corriere della Sera», 5 aprile 2009
Franco Quadri, Tutti prigionieri nella storia secondo Beckett, «la Repubblica», 6 aprile 2009
Luca Vido, Beckett «crocifisso» dai Marcido è rarefatta genialità, «Il Giorno», 7 aprile 2009
Carlo Maria Pensa, Cinque croci sul Golgota Ma di metallo, «Libero», 9 aprile 2009
Renato Palazzi, Ciascuno porta la propria croce, «il Sole 24 Ore», 12 aprile 2009
Enrico Fiore, Mina canta per il Beckett in croce di Marcido, «Il Mattino», 28 novembre 2009
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