Il Cortile (1985)
coreografia ed esecuzione di Michele Abbondanza, Francesca Bertolli, Roberto Castello, Roberto Cocconi, Raffaella Giordano, Giorgio Rossi
musiche di Arturo Annecchino
scene e costumi di Trappolastrice
luci Limilight
ha collaborato per le scenografie Stefano Perocco
elettricista Andrea Muriti
registrazioni audio Studio GC
assistente musicale Ferdinando Nicci
coproduzione Cantiere d’Arte di Montepulciano/Sosta Palmizi
Prima rappresentazione 21 Marzo 1985, Teatro Nuovo, Torino
Un “intermondo” tra interprete e spettatore. “Il cortile” dei Sosta Palmizi
di Angela Bozzaotra
Il cortile è prima di tutto una storia biografica. Non riguarda una pianificazione programmata: è un incontro e una comunione di intenti circostanziale. Non ci sono incrostazioni teoriche, cortine fumogene di “cosa dovrebbe essere la danza” o istanze rinnovatrici. Non intenzionalmente.
Questo incontro è organizzato da Carolyn Carlson all’inizio degli anni Ottanta, a Como. Lungo ben due settimane di seminari e prove, la coreografa americana dalla volontà di ferro, seleziona sei danzatori, principalmente per la loro personalità. Se nella danza classica e nel balletto infatti, il danzatore deve corrispondere a un ideale, dunque è lasciato ben poco all’individualismo, nel teatro danza (che ha come epigone il Theatre Dance di Alwin Nikolais) e nella new dance americana la capacità del danzatore di improvvisare e di abbattere le sovrastrutture corporee è fondamentale. Proveniente dalla scuola Nikolais, dove il maestro predilige lo studio maniacale della qualità del movimento e della motion, la Carlson ha un approccio utopico e sognatore, la danza è – dev’essere – espressione della libertà del corpo.
Lungo gli anni presso il Teatrodanza della Fenice di Venezia, “Carolina”, come viene affettuosamente chiamata dai suoi allievi, insegnerà ai danzatori principalmente la possibilità di far nascere una coreografia da un’istanza poetica, libera da qualsivoglia teoresi o codice prestabilito. Ed è esattamente ciò che i novelli Sosta Palmizi faranno con il Cortile, lasciati “orfani” della loro maestra. Ma la Carlson non è la sola presenza illustre nelle loro vite. I riferimenti spaziano da Lindsay Kemp al gruppo L’Esquisse, da Pina Bausch a Merce Cunningham. In questo sincretismo coreutico, i sei individui riescono a trovare un’identità comune. Qualcosa che li qualifichi ex novo, e che allo stesso tempo richiami tutta la loro esperienza.
I documenti sono pubblicati nella lingua originale. In caso siano stati tradotti, vengono pubblicati sia l'originale che la traduzione.
Francesca Bertolli, Tutti familiari, «Teatro Festival», n.3, aprile 1986
Michele Abbondanza, Un po’ prima io, «Teatro Festival», n.3, aprile 1986
Giorgio Rossi, Un faro lontano, «Teatro Festival», n.3, aprile 1986
Raffaella Giordano, Indispensabile a sé, «Teatro Festival», n.3, aprile 1986
Roberto Cocconi, In questo terreno, «Teatro Festival», n.3, aprile 1986
Roberto Castello, Ci ritiriamo, «Teatro Festival», n.3, aprile 1986
Sosta Palmizi, "Il cortile",
21 marzo 1985, Torino, Teatro Nuovo
Sergio Trombetta, In un caffè per parlare di Amodio, «La Stampa», 23 marzo 1985
Marinella Guatterini, Arriva il ballo del pollaio, «l'Unità», 8 maggio 1985
Nico Garrone, I nipotini di Carolyn migliori in rassegna, «la Repubblica», 3 Luglio 1985
Paola Calvetti, Sosta Palmizi in Cortile, programma di sala, 1985
Ugo Volli, Sosta Palmizi allo specchio, «Teatro Festival», n.3, aprile 1986