Una giostra: L’Agamennone
da Eschilo
con Maria Luisa Abate, Lauretta Dal Cin, Marco Isidori, Costanza D’Agata, Ferdinando D’Agata
e con la straordinaria partecipazione di Nana Sabi
progetto della reggia degli Atridi, delle macchine sceniche e dei costumi di Daniela Dal Cin
manifesto di Oncino
direzione di Marco Isidori
produzione Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa – Festival di Chieri ‘88
debutto Festival di Chieri, 16 luglio 1988
Premio “Opera d’Attore” del Festival di Chieri 1988
Premio “Drammaturgia In/finita” 1990 di Urbino
Eschilo, che per primo ha costruito parole come alte torri
di Ferdinando D’Agata
Prologo
Un bianco telo nasconde alla vista del pubblico convenuto la Reggia degli Atridi: è la “skenè”, elemento di separazione che allude alla distanza dell’esperienza comune da quella dionisiaca del Teatro, ed anche il primo dei segnali che preordinano la partecipazione all’evento e l’inizio della rappresentazione.
Un disegno topografico, spaziale e visivo, vi si sottintende, ed esprime l’aderenza strutturale, non archeologica, di Una giostra: L’Agamennone allo spirito fondamentale della tragedia: l’unità organica di spazio, azione, musica, testo, coreografia e costumi, che alla tragedia attica deriva dal Rito, il cui svolgimento non tollera che luoghi, gesti, parole, abiti, investiti di una medesima identità sacrale.
Qui è la radice
profonda del Teatro, l’origine della sua stessa specificità estetica: il
carattere unitario di tutto quanto in esso concorre alla costruzione
drammatica, la pertinenza di acconciature e costumi, della recitazione, della
scenografia e della musica, pertinenza propria dell’atto liturgico che non
consente alcunché di interscambiabile. Non a caso Eschilo fu accusato di
essersi servito dell’abito rituale dei Misteri Eleusini e deriso anche, per la
troppo dirupata e fantastica audacia della dizione e per il tessuto verbale
inusitato, sorretto da una dilatazione semantica delle parole fino al limite
dell’impossibile, quasi un uso esorcistico e mantico del suono verbante. In Una giostra: l’Agamennone è a questo spirito di coesione estrema
del tragico che riporta ogni elemento della sua costruzione. Ecco che alla
“skenè”, avanzata ad occultare il recinto della Reggia e dell’Azione, non un
fondale, si fa strada la figura muta di una nana, grottescamente danzando al
suono di “Granada” (canto di “servizio” ma anche canto di “entrata”); essa è
un’annunciatrice, l’adescatrice barocca che con il suo abito di corte e
l’acconciatura sonante di campanelli attira alle magnificenti meraviglie
dell’arte scenica. Nella luce crudele del mezzogiorno, per cui si rischiara in
vista la Reggia degli Atridi svelata, spenta l’ultima nota della siringa
panica, colei che, vestita di fiammante rosso, si accompagna alla nana
invitando gli spettatori ad accedere, è un’anima guida, una mediatrice e una
mentrice del “viaggio nell’aldilà”, cui si equipara la partecipazione del
pubblico all’evento rappresentato, pubblico non più di “solamente vivi”, ma di
uomini e donne in qualche straordinario modo solidali con il regno dei morti,
dal quale è tratta a più vera vita la rappresentazione degli antichi Eroi.
La lignea scala, che il rosso-vestito valletto accosta alla Reggia, è un segno
ulteriore del graduato accedere degli spettatori all’accadimento scenico, un
altro di quegli elementi topografici di accesso al mondo, trasfigurato e
straniero, del Teatro.
Interamente manifesta è, nell’architettura della Reggia degli Atridi,
quell’unità, detta, tra le diverse espressioni concorrenti alla Forma
definitiva dello spettacolo.
I documenti sono pubblicati nella lingua originale. In caso siano stati tradotti, vengono pubblicati sia l'originale che la traduzione.
Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Una giostra: L'Agamennone, testo verbale da Agamennone di Eschilo tradotto da Carlo Carena con limitati inserti tradotti da Marco Isidori in Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Una giostra: l'Agamennone, Edizioni del Noce, 1990
Marco Isidori, Teatro, la deformità ed i suoi titoli, programma di sala, luglio 1988
Ferdinando D’Agata, Le parole dell’agire, in Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Una giostra: l'Agamennone, Edizioni del Noce, 1990
Marco Isidori, Nota di Marco Isidori. Nuova edizione di “Una giostra: l'Agamennone”, programma di sala, febbraio-marzo 2011
Un Eschilo per i Marcido
di Sergio Ariotti
RAI, TGR Piemonte
Ugo Ronfani, Scomodo Agamennone dei Marcido, «Il Giorno», 13 ottobre 1988
Caterina Barone, Una Giostra: L’Agamennone, «Dioniso» rivista di studi sul teatro antico, I.N.D.A., Siracusa, Volume LIX - Fascicolo I - 1989
Piero Perona, Sorprese ed enigmi di «Agamennone» con Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, «Stampasera», 8 aprile 1989
Gian Luca Favetto, Spettacoli come riti, parole come coltelli, «la Repubblica», 16 aprile 1989
Domenico Carosso, Agamennone: una giostra, «Il Risveglio Popolare», 4 maggio 1989
Oliviero Ponte di Pino, Teatro, macchina celibe. In scena «L’Agamennone» di Marcido Marcidorjs, «Il manifesto», 3 aprile 1994
Giorgio Sebastiano Brizio, Presentazione, in Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Una giostra: l'Agamennone, Edizioni del Noce, 1990
Giuseppe Bartolucci, Teatro come mito, come possessione, come trasgressione: Genet ed Eschilo nel lavoro della Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, in Davide Barbato (a cura di), I teatri della Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Editoria & Spettacolo, 2007
Una giostra: L'Agamennone sul sito della compagnia.